Le discussioni sull’insegnamento delle lingue straniere a scuola si riaccendono ciclicamente all’interno della società. In esse si dibatte sui costi e sui benefici dell’insegnamento delle lingue straniere, in particolare sul carico che grava sulle e sui giovani apprendenti, sugli obiettivi di apprendimento raggiunti e sulla rilevanza di alcune lingue straniere. Il progetto di ricerca Modelli mentali dell’italiano L2 nella scuola elementare (MoMIt) dell'Alta scuola pedagogica dei Grigioni e dell’Università di Berna (agosto 2025 – gennaio 2029) si dedica a questo tema nel caso specifico dell’italiano nella parte tedescofona dei Grigioni. Il progetto fornirà conoscenze sui modelli mentali di allieve e allievi, genitori, tutori/tutrici e insegnanti riguardo all’italiano come lingua straniera insegnata a scuola.
Un progetto del Fondo nazionale svizzero dedicato all'insegnamento dell'italiano nei Grigioni di lingua tedesca
Un team di ricerca internazionale guidato dal prof. dr. Vincenzo Todisco (cattedra di Italiano e didattica dell'italiano presso l'Alta scuola pedagogica dei Grigioni) e dalla prof.ssa dott.ssa Silvia Natale (Istituto di lingua e letteratura italiana dell'Università di Berna) sta studiando il tema dei modelli mentali relativi all'italiano come L2 nei Grigioni dall'estate 2025 nell'ambito del progetto MoMIt, finanziato dal Fondo nazionale svizzero.
Gli atteggiamenti, le emozioni e le motivazioni, che vengono riassunti sotto il termine «modelli mentali», svolgono un ruolo centrale nell'insegnamento e nell'apprendimento delle lingue straniere. Per l'italiano in Svizzera non esistono ancora studi in merito.
Cosa viene studiato?
L'obiettivo dello studio è quello di scoprire cosa pensano attrici e attori coinvolti nella parte tedescofona dei Grigioni – allieve e allievi, genitori o tutori/tutrici e insegnanti di italiano – sul tema «l'italiano come lingua straniera», quali motivazioni mostrano nei confronti della materia scolastica italiano come lingua straniera e quali emozioni associano a questa lingua. La ricerca si svolge in un contesto unico: la parte tedescofona del Cantone dei Grigioni è una regione in cui l'italiano è insegnato come prima lingua straniera obbligatoria (ancora prima dell'inglese) a partire dal terzo anno scolastico.
Come avviene la raccolta dei dati?
Il team di ricerca raccoglierà i dati quantitativi necessari per rispondere alle domande di ricerca nell'anno scolastico 2026/27 mediante questionari somministrati ad allieve e allievi delle classi seste dei Grigioni di lingua tedesca che partecipano volontariamente, ai loro genitori o tutori/tutrici e alle/agli insegnanti. In precedenza, nei tre gruppi vengono organizzate discussioni di gruppo selezionate sull'insegnamento dell'italiano. Inoltre, le allieve e gli allievi partecipano a un'attività scritta (tramite un test C) e orale (tramite una storia illustrata).
A cosa serve lo studio MoMIt?
Il progetto MoMIt del FNS ha l'obiettivo di tracciare un quadro approfondito e scientificamente fondato dell'italiano come lingua straniera a scuola nella parte tedescofona del Cantone dei Grigioni. A tal fine vengono utilizzati i modelli mentali relativi all'italiano come lingua straniera da parte delle e degli apprendenti, dei genitori o tutori/tutrici e delle/degli insegnanti nei Grigioni di lingua tedesca. Inoltre, le ricercatrici e i ricercatori sono interessati a una possibile correlazione tra i modelli mentali delle e degli apprendenti, da un lato, e quelli dei genitori/tutori/tutrici e insegnanti, dall’altro. A riguardo, il prof. Vincenzo Todisco afferma: «Dalla ricerca si sa che il modo in cui genitori, apprendenti e insegnanti percepiscono una materia svolge un ruolo importante. La lingua viene considerata importante o piuttosto inutile? Viene percepita come melodica o piuttosto come dura e ostica? Questo, a sua volta, può influenzare la motivazione delle bambine e dei bambini e, in ultima analisi, anche i loro progressi nell’apprendimento della lingua straniera».
Viene affrontata anche la questione di quanto i modelli mentali siano correlati con le competenze in italiano delle allieve e degli allievi. «Esiste una relazione tra la motivazione da parte di insegnanti e apprendenti, da un lato, e lo sviluppo delle competenze di questi ultimi, dall’altro: ciò è già stato dimostrato più volte. Noi vogliamo verificare se questo valga anche nel caso da noi esaminato», aggiunge Todisco. «Anche la formazione delle e degli insegnanti può trarne beneficio, poiché le conoscenze sul ruolo delle emozioni e della motivazione possono aiutare a rendere l’insegnamento più efficace».
Grazie ai risultati del progetto di ricerca, sarà possibile rendere più mirato il dialogo tra la dimensione scolastica e quella familiare, nonché adattare adeguatamente l’offerta didattica nei percorsi di formazione e perfezionamento per le e gli insegnanti di italiano (anche quelli ancora in formazione) e di altre lingue straniere. Il quadro complessivo che emergerà dalla ricerca sull’italiano e sul suo ruolo nel panorama formativo svizzero permetterà inoltre un confronto con situazioni simili riguardanti lingue minoritarie al di fuori della Svizzera. Ciò arricchirà ulteriormente il dibattito sul ruolo delle lingue straniere (minoritarie) nella scuola elementare, grazie a dati scientifici fondati.
Un progetto di cooperazione
Il progetto MoMIt finanziato dal FNS è coordinato dall'Alta scuola pedagogica dei Grigioni insieme all'Università di Berna. Come partner di progetto partecipano anche ricercatori e ricercatrici delle Università di Friburgo (prof. dr. Raphael Berthele) e Radboud nei Paesi Bassi (dr.ssa Oana Costache).